Ruvo è un comune di 25.000 abitanti poco conosciuto ai più ma che merita certamente una visita soprattutto per i due gioielli che nasconde: il Museo Nazionale Archeologico Jatta e la cattedrale romanica.
Il palazzo Jatta risale al 1840 ed all’interno è preservato l’unico esemplare in Italia di collezione privata ottocentesca rimasta tuttora inalterata dalla concezione museografica originaria. I reperti conservati nel museo furono raccolti dall’archeologo Giovanni Jatta nei primi anni dell’Ottocento, successivamente venne arricchita dall’omonimo nipote e venne ceduta allo Stato nel Novecento. Il percorso espositivo è organizzato in 4 sale: la prima racchiude vasi in terracotta con decorazioni geometriche e risalenti all’età peuceta del VII e VI secolo a.C. La seconda sala contiene circa 700 vasi di produzione greca o locale. La terza sala contenente oltre quattrocento pezzi e diversi crateri posizionati su colonna. Nella quarta e ultima sala si potranno ammirare più di 270 reperti e il vaso di Talos, uno dei più importanti capolavori ceramografici. Sul vaso è dipinto l’episodio narrato da Apollonio Rodio nelle Argonautiche riguardo l’uccisione di Talos da parte di Medea, sostenuto morente dalle braccia di Castore e Polluce.
Cuore del centro storico di Ruvo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta è un importante scrigno d’arte con preziosi reperti storici.
È il campanile ad annunciare le maestose linee della Concattedrale di Ruvo di Puglia dedicata a Santa Maria Assunta, principale monumento religioso della città. Edificata tra XII e XIII secolo, la chiesa fonde lo stile gotico-svevo con elementi di romanico pugliese sin dalla facciata a capanna, impreziosita dalla bifora e dal grande rosone rinascimentale. Qui si aprono tre portali incorniciati da tre finti archi sorretti da colonne, ornati da decorazioni vegetali, motivi antropomorfi e zoomorfi.
L’interno a croce latina, diviso in tre navate, è un piccolo scrigno d’arte, con un notevole repertorio scultoreo e il prezioso tesoro della cattedrale, con manufatti in argento come la statua di San Rocco, un ostensorio e paramenti sacri. Tornato alla luce solo nei primi decenni del Novecento in seguito ai restauri, l’ipogeo della cattedrale custodisce un importante patrimonio archeologico, tra cui tombe, pavimentazioni e mosaici di epoca peuceta, romana e altomedievale.
Uscendo dalla Cattedrale ci si imbatte nella torre dell’orologio costruita nel 1604 con i resti del castello con pianta quadrangolare costituito da due edifici al cui centro si innalza la torre tuttora esistente. Inizialmente questa fortezza era costituita solo dalla torre, risalente al X o XI secolo, da cui era possibile controllare le quattro porte di accesso alla città